martedì 17 gennaio 2012

"Se ti abbraccio non sei più solo"

Ieri sera, prima di abbandonarmi nel dolce mondo dei sogni, ho letto un passo interessante.
La relazione tra madre e figlio, il contatto che si crea e si coltiva attraverso i semplici gesti quotidiani, a mio parere, non poteva essere espresso in modo migliore.
Credo che non ci sia niente di più bello di abbandonarsi nelle braccia di un'altra persona: abbattendo tutte le nostre difese, ci lasciamo cullare da qualcuno che ci proteggerà.

"Ecco, prendi te per esempio. Tu sei unico», spiegò la mamma, «e anch’io sono unica, ma se ti abbraccio non sei più solo e nemmeno io sono più sola».
«Allora abbracciami», disse Ben stringendosi alla mamma.
Lei lo tenne stretto a sé. Sentiva il cuore di Ben che batteva. Anche Ben sentiva il cuore della mamma e l’abbracciò forte forte.
«Adesso non sono solo», pensò mentre l’abbracciava, «adesso non sono solo. Adesso non sono solo».
«Vedi», gli sussurrò mamma, «proprio per questo hanno inventato l’abbraccio»."
                                       David Grossman, L’abbraccio
   
Questo frammento di racconto non necessita spigazioni. La madre rappresenta il punto di riferimento per il figlio, il suo universo. Il legame che si instaura fra i due è talmente profondo che va oltre i limiti razionali e difficilmente si riesce a spiegare. Tuttavia, dire che una cosa è difficile da spiegare non significa che non si provino emozioni al riguardo. Forse proprio il fatto che le sensazioni, emozioni non trovino una descrizione concreta nella nostra vita, le viviamo come un tesoro speciale perchè solo noi abbiamo la chiave per capirlo.

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io e i miei fratelli da piccoli :)